Carlo Gerolamo Maria Grossi (1749-1809)

Ricerche Bioggio

Breve biografia del
Servo di Dio Agostino della Vergine Addolorata, ocd

Gerolamo nasce a Bioggio il 10 dicembre 1749 a mezzanotte da Giovanni Battista Grossi e da Clelia figlia del Colonnello Giovanni Battista Quadri di Serocca. Viene portato già poche ore dopo la nascita alla chiesa parrocchiale di San Maurizio e battezzato con i nomi di CARLO GEROLAMO MARIA.
Cresce in una famiglia benestante originaria della Valle Maggia, arrivata a Bioggio nel XVI secolo dove viene accolta nel Patriziato locale.
Il giovanissimo Gerolamo, nel 1766, poco più che quindicenne, lascia Bioggio per Vienna. Ne fa stato l’atto di battesimo rilasciatogli il 18 marzo 1766. A Vienna frequenta l’Imperiale Regia Scuola di Ingegneria (accademia militare) di Gumpendorf fondata da Maria Teresa, e ottiene il diploma in aritmetica, geometria e matematica il 6 aprile 1768. In esso viene menzionata la sua frequenza al corso di ingegneria militare. Lo troviamo in seguito a Torino alla Regia Università degli Studi conseguendo, il 7 settembre 1772, il diploma di architetto civile.
Quasi sicuramente nei 3 anni seguenti soggiorna nella sua casa paterna e partecipa all’assemblea della vicinanza di Bioggio del 7 luglio 1773 quando viene decisa la costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Purtroppo il verbale di quella seduta non è reperibile, ma svariati documenti trovati negli archivi parrocchiali di Agno e Bioggio confermano questa sua presenza. Si assume l’impegno della progettazione di un’opera che ha del sorprendente per un paesino quale era Bioggio a quel tempo.
In Austria, in particolare, aveva avuto modo di ispirarsi ai grandi progetti di chiese realizzati durante l’epoca barocca e rococò e soprattutto di apprezzarne gli spazi e i giochi dei volumi che in esse sono stati realizzati, elementi ripresi e adattati poi al neoclassico per il nostro tempio a pianta centrale ottagonale. Il Grossi ha saputo trasfondere a Bioggio il senso della grandezza, della sontuosità e della purezza dello stile che già aveva ammirato nella capitale imperiale.
Lo troviamo in seguito a Montecchio Emilia al servizio degli Estensi. Ne fa stato l’attestato datato 29 gennaio 1779 rilasciatogli da Padre Giovanni Castelvetri dei Minori Conventuali, destinato ai Superiori Carmelitani prima della sua professione religiosa. Questo attestato dice con chiarezza che il suo soggiorno è durato 3 anni. La decisione di entrare nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi la prende in questa cittadina dell’Emilia.
Sorprende il fatto che, oltre alla chiesa di San Maurizio a Bioggio, non risulta abbia lasciato tracce di realizzazioni legate alla sua professione di ingegnere e architetto. E nemmeno nella vita religiosa sembra avere messo a profitto quanto imparato a Vienna e a Torino o perlomeno, anche se è ipotizzabile che i suoi superiori si siano valsi delle sue grandi doti, le cronache degli archivi carmelitani tacciono. La spiegazione è data dalla specificità di questo Ordine che privilegia il silenzio, la meditazione e l’orazione.
Il 12 febbraio 1779 veste l’abito nel convento della Pietà di Prato, nella provincia Toscana, dove emette la professione solenne lo stesso giorno dell’anno seguente prendendo il nome di Padre Agostino della Vergine Addolorata. Nell’estate del 1783 riceve l’ordinazione presbiterale e gli viene concessa la dispensa dal corso di teologia morale per potergli affidare l’insegnamento della filosofia nello studentato carmelitano di Siena. Nell’ottobre del 1787 è costretto a lasciare la Toscana per Roma in ossequio ad un decreto del 1784 del Granduca Leopoldo I che non permetteva il soggiorno di religiosi di nazionalità straniera nel Granducato. Nella città eterna soggiorna fino al 1794, con una breve interruzione nel 1792 quando ottiene la grazia sovrana provvisoria per rientrare in Toscana. Il 10 gennaio 1794 un rescritto di Ferdinando III lo riammette definitivamente nel Granducato e gli concede la naturalizzazione. Padre Agostino si stabilisce nel convento di San Paolino. Da allora riveste svariate cariche in seno all’Ordine e il 26 aprile 1795 viene eletto Superiore Provinciale “cum decem suffragiis ex undecim” .

Terminato il mandato triennale, dal 25 maggio 1798 gli viene assegnato il convento di Siena. Qui rimane fino al 1801, per poi trasferirsi ad Arezzo come maestro dei novizi. Riveste anche altre numerose cariche e il 21 aprile 1804 viene eletto nuovamente Provinciale “cum fere omnibus suffragiis”, ossia all’unanimità. Alla scadenza del mandato viene nominato sotto-priore e maestro dei novizi ad Arezzo dove vi fa ritorno nell’aprile del 1807. Qui, Padre Agostino muore in concetto di santità il 21 agosto del 1809, alle ore otto di sera, nel convento di Santa Maria delle Grazie e viene sepolto nella cappella di San Bernardino, ai piedi dell’altare. La tomba verrà rimossa nel 1964 per i lavori di risanamento dell’edificio. I suoi resti mortali, assieme a quelli di altri frati là sepolti, sono stati esumati e riposano in un’unica urna deposta sotto l’altare maggiore di Santa Maria delle Grazie. La lapide tombale è pure stata rimossa e sistemata nello stesso luogo.

 

BIBLIOGRAFIA

 

BIOGGIO, archivi parrocchiali, raccolta bollettini
BIOGGIO, diploma di Vienna presso la famiglia Pietro Soldati
FIRENZE, archivi della casa provincializia dei Padri Carmelitani Scalzi
PADRE STANISLAO DI SANTA TERESA “Compendio dello storia dell’Ordine Carmelitano”, edito a Firenze dalla Scuola Tipografica Calasanziana nel 1925. A pagina 300, scrive “…il padre Agostino della Vergine Addolorata quivi (ad Arezzo) morto in concetto di Santità … nel 1809”.
PADRE ROBERTO BOSCHI, sue memorie orali. Il fascicolo del 1964 non è più reperibile negli archivi e ho attinto dalle descrizioni di P. Boschi allora superiore ad Arezzo.

 

ILLUSTRAZIONI

Stemma della famiglia Grossi.
Firma autografata di Padre Agostino in una lettera indirizzata al Granduca di Toscana Ferdinando III.

 

RINGRAZIAMENTI

All’amico Giovanni Maria Staffieri per la sua assistenza nel complicato lavoro di ricerca a Firenze e Vienna
Ai padri carmelitani di Firenze e in particolare al provinciale P. Saverio e all’archivista P. Ferdinando
Ai carmelitani della casa generalizia di Roma e al Padre Moriones, postulatore
Al Superiore di Arezzo e a P. Roberto Boschi
A Lionello Torti per i contatti a Vienna, al Prof. Dr. Franz Zettl e al Dr. Jean-Claude Lechner per l’aiuto nel decifrare e nel tradurre in italiano il diploma viennese
N.B. Il Prof. Giovanni Boffa aveva effettuato a suo tempo per conto del compianto Parroco Don Andrea Cremona delle ricerche sulla figura di questo architetto e monaco. Ritengo che questa biografia intrapresa per commemorare il secondo centenario della sua morte, e qui riassunta, sia la più completa e precisa redatta finora. Per maggiori dettagli rimando a quanto già apparso sul bollettino parrocchiale di Bioggio giugno/settembre 2009 e sul Giornale del Popolo del 12 settembre 2009.

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